Denuncia Fatebenefratelli - Milano 2006
Egregi signori,
vi scrivo in quanto ho letto della vostra denuncia per i casi di maltrattamenti a danno di pazienti dell'Ospedale Niguarda di Milano, vicenda che mi ha profondamnente turbata.
Infatti, nell'estate 2006 mia madre ha subito un TSO presso l'ospedale milanese Fatebenefratelli. Se dovessi immaginarmi i gironi dell'inferno, essi avrebbero l'aspetto di quegli orribili corridoi e dei mostri che li popolavano.
I pazienti venivano legati per ore e lasciati nel letto in mezzo ai loro bisogni. Le loro urla strazianti non smuovevano di un millimetro nessuno. Mi ricordo che uno di essi supplicava l'infermiere di cambiargli almeno le lenzuola e questi, mentre fumava una sigaretta alla finestra, rispondeva che non era ancora l'ora di cambiare la biancheria.
A proposito delle finestre ... La compagna di stanza di mia madre, una ragazza americana, tale S., che in quel periodo (fine agosto-inizio settembre 2006) era stata internata per una presunta depressione, tentò il suicidio gettandosi dalla finestra - che gli infermieri si erano dimenticati aperta - e si ruppe entrambe le gambe. Mi raccontò il tutto la madre, che andava lì a trovare la figlia, come io andavo a far visita a mia madre.
Mi ricordo di un paziente che andava avanti e indietro per il corridoio con solo la camicia indosso: nessuno si curava di portargli i vestiti per la parte dalla vita in giù.
Le condizioni igieniche dei bagni erano impressionanti.
Quando vennero a. prelevare mia madre, la legarono supina al letto dell'ambulanza, esercitando una violenza tale che le si ruppe un tendine della spalla
Le persone con distrubri psichici non sono nemmeno più viste come esseri umani: sono meno di rifiuti. Vedere tutto questo mi ha distrutto, come figlia. Ho perso qualsiasi genere di fiducia.
Quando ho letto il vostro articolo, mi è venuto da piangere. Non è possibile tutta questa crudeltà gratuita. Nè è possibile che vi sia tutto questo silenzio. Stasera al telegiornale hanno parlato di Luca del Grande Fratello invece che delle sospette morti al Niguarda. Il che dimostra come non interessi nulla a nessuno. In Italia, poi, la malattia mentale è vista da tutti come qualcosa di cui ci si debba vergognare ed è fonte di pregiudizi gravissimi.
Ma adesso basta. Se vogliamo definirci una società civile non si può andare avanti così e bisogna rompere questo muro di silenzio.
Vi prego di volgere il vostro sguardo anche verso l'ospedale Fatebenefratelli di Milano, cheè tutto furché una città civile.
Grazie di cuore per tutto quello che fate.
E.
vi scrivo in quanto ho letto della vostra denuncia per i casi di maltrattamenti a danno di pazienti dell'Ospedale Niguarda di Milano, vicenda che mi ha profondamnente turbata.
Infatti, nell'estate 2006 mia madre ha subito un TSO presso l'ospedale milanese Fatebenefratelli. Se dovessi immaginarmi i gironi dell'inferno, essi avrebbero l'aspetto di quegli orribili corridoi e dei mostri che li popolavano.
I pazienti venivano legati per ore e lasciati nel letto in mezzo ai loro bisogni. Le loro urla strazianti non smuovevano di un millimetro nessuno. Mi ricordo che uno di essi supplicava l'infermiere di cambiargli almeno le lenzuola e questi, mentre fumava una sigaretta alla finestra, rispondeva che non era ancora l'ora di cambiare la biancheria.
A proposito delle finestre ... La compagna di stanza di mia madre, una ragazza americana, tale S., che in quel periodo (fine agosto-inizio settembre 2006) era stata internata per una presunta depressione, tentò il suicidio gettandosi dalla finestra - che gli infermieri si erano dimenticati aperta - e si ruppe entrambe le gambe. Mi raccontò il tutto la madre, che andava lì a trovare la figlia, come io andavo a far visita a mia madre.
Mi ricordo di un paziente che andava avanti e indietro per il corridoio con solo la camicia indosso: nessuno si curava di portargli i vestiti per la parte dalla vita in giù.
Le condizioni igieniche dei bagni erano impressionanti.
Quando vennero a. prelevare mia madre, la legarono supina al letto dell'ambulanza, esercitando una violenza tale che le si ruppe un tendine della spalla
Le persone con distrubri psichici non sono nemmeno più viste come esseri umani: sono meno di rifiuti. Vedere tutto questo mi ha distrutto, come figlia. Ho perso qualsiasi genere di fiducia.
Quando ho letto il vostro articolo, mi è venuto da piangere. Non è possibile tutta questa crudeltà gratuita. Nè è possibile che vi sia tutto questo silenzio. Stasera al telegiornale hanno parlato di Luca del Grande Fratello invece che delle sospette morti al Niguarda. Il che dimostra come non interessi nulla a nessuno. In Italia, poi, la malattia mentale è vista da tutti come qualcosa di cui ci si debba vergognare ed è fonte di pregiudizi gravissimi.
Ma adesso basta. Se vogliamo definirci una società civile non si può andare avanti così e bisogna rompere questo muro di silenzio.
Vi prego di volgere il vostro sguardo anche verso l'ospedale Fatebenefratelli di Milano, cheè tutto furché una città civile.
Grazie di cuore per tutto quello che fate.
E.
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